lì, dove le parole si esauriscono, i pensieri vengono sorretti dai fari di una notte d’estate, per non cadere sull’asfalto rovente.
E ci sono pure le lacrime, che formano un fiume, creato apposta per avere uno spazio sul quale far galleggiare il cuore.
In quella strada di città, dove i rumori scompaiono, l’anima tossisce da dietro una finestra, e tremano tutte le case.
Non è il vento a sbattere, ma i pugni su quel cuscino che non emette lamento.
Brevi singhiozzi interrompono il verso delle cicale, loro riescono ancora a cantare.
E mentre tutto s’accinge a tacere, solo un’ influenza chimica può interrompere il corpo che scalcia.
Influenza chimica che ha il potere d’assopire il dolore, ma che porta egoisticamente ad una dipendenza scorretta.
Ma il dolore è dolore.
Si può cercare di gettarselo via da dosso.
E l’amore è l’amore.
Questo no, non si può gettare se non in fondo al proprio cuore.
In quella notte d’estate.
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Se si potesse gettare
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Mi piace davvero come scrivi. Hai delle immagini profonde, quasi da sentirle addosso. E le pagine del tuo libro sono 425kb di puro amore. E luce*
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Grazie davvero
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MERAVIGLIA
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Grazie, di cuore
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