Voglio assaggiare il sapore della libertà, custodita tra mani che s’intrecciano su di me, mani che prorompono nella mia scarna carne per farne loro cibo.
Voglio abbandonarmi senza più svegliarmi da quei sogni dove non esistono armi, cuori fatti di marmi, risparmi d’amore e finti carmi.
Voglio essere cullata e ferocemente amata, rispettata, accettata incoraggiata, accarezzata, rimanendo sempre così, ingarbugliata.
Voglio sentire i miei capelli scivolare sul sicuro, protetti da tetti morbidi e forti, resistenti ad ogni tipo di tempesta, anche quelle che escono dalla mia testa.
Voglio continuare ad essere donna senza vergogna, perché l’amore è essenza vitale, fatto e disfatto a volte in maniera maniacale, senza una pesante paura bensì un costante coraggio.
Voglio che non esistano più schemi, né assiemi blasfemi, problemi estremi, emblemi astemi.
Voglio arrampicarmi con la lingua sul collo dell’assoluto amore, ricordando sempre chi sono in questo afono abbandono.
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Afonia come sinfonia dei sensi tra la pelle e la scrittura.
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Così, si.
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Sinuosità del pensiero, dell’abbandono e delle onde che avanzano e si ritirano e poi avanzano di nuovo. Si.
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“…Voglio che non esistano più schemi….” che sono la morte del pensiero, del cuore, delle parole.
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Già
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Magnificent music
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Meravigliosa!
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Grazie
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